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Soccavo Soccavo / Strada Comunale Cinthia

“Davide era il fratello piccolo di noi tutti”: le lacrime del suo quartiere

Calcio, amici, fidanzatine. Davide Bifolco era un ragazzo come tanti. “Siamo scesi in strada a centinaia perché era un ragazzo d'oro”, spiegano al Rione Traiano

Avrebbe compiuto 17 anni il prossimo 29 settembre Davide Bifolco, il ragazzo ucciso la scorsa notte a via Cinthia, dal colpo partito dalla pistola di un carabiniere. Amava il calcio, i suoi amici, lo scooter. Un ragazzo come tanti, a cui il destino ha riservato una fine inspiegabile, sulla quale si sta interrogando tutto il Paese.

“Chi smette di esserti amico non lo è mai stato”: è il suo ultimo post su facebook. In tanti stanno esprimendo sul diario del ragazzo il proprio cordoglio. “Piccolo angioletto”, lo chiamano. Ci sono poi gli insulti beceri e razzisti, quelli che non risparmiano mai nessuno (“I carabinieri hanno sbagliato solo a non aver sparato a tutti e tre”). Ma provengono più che altro da persone che non hanno un volto, oltre che uno sbiadito senso dell'umanità.

Il quartiere del ragazzo, Soccavo, in quel Rione Traiano che fa da confine con Fuorigrotta, è sconvolto. “Secondo voi perché siamo scesi in strada a centinaia, la scorsa notte? – dice una signora – Davide era un ragazzo d'oro, era il fratello piccolo di tutti noi. Mia figlia a 13 anni ha schiaffeggiato un carabiniere per la rabbia, per la rabbia che un gioiello come lui sia stato ucciso”.

Tommaso Bifolco, fratello di Davide, racconta che quest'ultimo aveva lasciato la scuola. “Gli dicevo di non stare in strada, di mettersi a lavorare”, spiega. Tra amici e fidanzatine, sembrava essere felice, Davide. “Meglio di così nn sono mai stato lo giuro!! - scriveva in un post solo lo scorso 18 agosto - BuonaNotte anche a te amore mio".

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